giovedì 24 maggio 2018

Consegna EAS

Ciao,

cliccando sul seguente link si potrà visionare un lavoro EAS interdisciplinare realizzato con le mie colleghe Anna e Maria. Abbiamo presentato tale lavoro mediante una sorta di "scrivania virtuale", servendoci della risorsa web TES.

A presto!

domenica 28 maggio 2017

Progettare Insieme : il mio diario di bordo

Ciao!
Questo blog nasce come diario di bordo di un'esperienza svolta durante l'anno scolastico 2016-2017 insieme ad un gruppo di colleghi con i quali abbiamo seguito il corso "PROGETTARE INSIEME 2016".
La nostra docente , Claudia De Crescenzo , è stata per noi una vera e propria maestra di sogni ... con lei e con tutti i miei colleghi di corso abbiamo trascorso delle ore , a scuola e on-line da casa, impegnandoci a lavorare e a ... sognare una scuola migliore!!!

lunedì 1 maggio 2017

Ecco il mio Learning Design,
arricchito da diverse rubriche valutative a seconda del tipo di verifica , di gruppo o meno, di sola traduzione dei dati e delle relazioni di un problema  o di risoluzione dello stesso.
L'ultima rubrica allegata è quella completa prevista per la verifica finale.


Per accedervi, cliccate sul link sopra evidenziato.

Sulla valutazione

Ti senti libero di valutare gli studenti nel modo che ti sembri più adeguato di volta in volta? Oppure sei in qualche modo vincolato da scadenze e tipologie di prova fissate per tutti i docenti nella stessa maniera? Quali tipi di verifiche maggiormente sono adottate a scuola? Si svolgono mai in collaborazione tra i docenti? Prevedono un feedback anche da parte dei genitori o comunque di soggetti esterni alla classe o alla scuola?


Tutti noi abbiamo annnotato sul Padlet le nostre osservazioni e difficoltà inerenti la valutazione degli studenti. 
Ecco cosa ne penso io. 
"Con un pizzico di nostalgia per il termine di  queste ore trascorse al liceo a discutere di una scuola migliore, siamo giunti alla parte conclusiva del corso PROGETTARE INSIEME che coincide , peraltro , con la parte finale del corrente a.s..
L’ultimo argomento da trattare  è quello della VALUTAZIONE, quell’operazione così delicata , così difficile e così ricca di implicazioni che ci porterà in conclusione ad “incasellare” ogni alunno in una griglia (o meglio… in una rubrica?) da cui deve uscire fuori un numero: il voto….e , tra un po’, non un voto qualsiasi ..ma quello finale!
Questa è da sempre ,per me , un’attività che richiede molto impegno ….ma soprattutto da quando , con il nuovo ordinamento, sono state ridotte le ore di insegnamento di matematica, con il conseguente aumento del numero delle mie classi …quest’anno 5, ma 6 sono state per diversi anni consecutivi….arrivo pertanto ogni anno ad avere sino a 150 -160 alunni …in classi in cui talvolta ho solo due ore settimanali!Al di là delle difficoltà pratiche legate alla mia disciplina (che prevede la spiegazione ma anche l’applicazione e la relativa esercitazione in un numero esiguo di ore) a volte non mi sento “ a posto” con la mia coscienza di insegnante  perché sento di non conoscere bene tutti i miei alunni….le loro necessità, le loro esigenze, le loro difficoltà …..mentre mi sento più presente e più partecipe degli alunni con cui trascorro almeno 5 ore a settimana.
Sono cosciente che questo è un limite , ma non sempre riesco a superarlo. In questo,  a volte,  mi è venuta incontro la realizzazione delle UDA, che ha consentito a me ed ai miei alunni di affrontare tematiche di carattere non strettamente matematico; quest’anno inoltre  ho portato in laboratorio dei ragazzi di una seconda in cui trascorro poche ore, e ciò mi ha dato modo di “guardarli” da un punto di vista diverso e di approfondire pertanto la loro conoscenza.
Al di là di questa mia osservazione personale, devo ammettere che non sempre mi sento libera di valutare gli alunni nel modo che riterrei più adeguato e senz’altro sono vincolata da scadenze (soprattutto in questo periodo ) . Le prove che preparo non sono vincolate da tipologia fissate per tutti i docenti , né prevedono il feedback di genitori, soggetti estranei alla scuola  o di altri docenti, con qualcuno dei quali però a volte mi confronto in ogni caso. Tuttavia quest’anno ho fatto una nuova esperienza in quanto , nel dipartimento svoltosi a marzo, ci è stata richiesta una prova per classi  parallele . Devo ammettere che la richiesta di tale attività ( che è ormai prevista per legge tanto che in alcune scuole sono predisposte delle commissioni ad hoc) ha generato un certo disorientamento e non poche perplessità ; sarebbe stato senz’altro opportuno concordarle ad inizio anno scolastico, anche se tutti noi, pur avendo per la prima volta ,a settembre , stabilito una scansione temporale delle programmazioni , ci siamo trovati con i programmi disallineati. Tuttavia con un po’ di buona volontà e di riorganizzazione delle attività siamo riusciti a predisporre delle prove parallele almeno per alcune classi (io mi sono occupata di preparare quelle delle seconde ad indirizzo scientifico) e a somministrarle agli alunni. I risultati delle prove sono, per alcune classi in fase di analisi, per altre ancora da verificare. Per me è stato molto utile stabilire con gli altri colleghi delle griglie di valutazione valide per tutte le classi parallele alle mie ed anche confrontarci su tutte le tipologie di errori , comuni e non, che i diversi alunni delle varie classi avevano commesso. Ritengo pertanto che nonostante  spesso si affermi che ogni classe è a se, sarebbe utile ai fini della valutazione ( e non solo!) concordare , somministrare ed analizzare i risultati di prove per classi parallele, di modo da valutare ogni alunno non solo come appartenente al suo contesto isolato (la sua classe) ma vedendolo come alunno del Liceo."

sabato 8 aprile 2017

Il calcolo delle responsabilità

Siamo stati invitati a contribuire con un nostro parere riguardo all'atteggiamento più costruttivo per un insegnante che si trovi a doversi relazionare con uno o più alunni demotivati e dotati di scarsa autostima.


Insegnando Matematica mi trovo quotidianamente dinnanzi a
situazioni di alunni demotivati, scoraggiati e dotati di scarsa autostima…d’altronde
la Matematica è da sempre una materia che crea problemi e che , in taluni casi,
addirittura spaventa.

Per me è molto impegnativo ed ogni volta è una sfida cercare
di trovare la strategia più giusta per contrastare l’atteggiamento “rinunciatario”
di molti alunni. Credo sia molto importante il dialogo continuo, la fiducia reciproca,
la relazione uno ad uno…cosa che purtroppo spesso è difficile da realizzare
nelle classi numerose e nelle quali ho poche ore settimanali. Fondamentali sono
le parole di incoraggiamento, la gratificazione per i piccoli (anche
piccolissimi!) successi, ma anche attività quali far sedere l’alunno a svolgere
un esercizio vicino a me, fornirgli un assegno personalizzato, controllare i
singoli quaderni….(tipo maestra elementare). Si tratta di attività non sempre
facili da realizzare, o meglio da realizzare sino in fondo…. E tutto ciò
mantenendo impegnata in un’altra attività proficua (che non sia il solito
esercizio) la rimanente parte della classe, senza consentire che venga “sprecato”
il nostro tempo così esiguo , scandito dai programmi che, per quanto se ne
possa dire, tutti noi ci affanniamo a seguire.
Tuttavia in questo spazio dove ci confrontiamo, ritengo
onesto intellettualmente , da parte mia , precisare che, per come si configura
la mia disciplina (dico sempre che è un palazzo che si costruisce mattone dopo
mattone e che, se le basi non sono solide ,rischia di crollare) queste ed altre
strategie hanno senso e sono efficaci sino ad un certo punto o comunque non in
tutte le situazioni. Negli ultimi anni, infatti,  soprattutto, ma non solo, negli indirizzi
diversi dallo scientifico,  mi scontro sempre
di più con realtà in cui gli alunni sono proprio a ZERO!!! Anzi …sotto ZERO!!!Si
tratta molto spesso di alunni che, pur frequentando le scuole superiori, hanno
delle lacune che risalgono alle scuole elementari  o in taluni casi , agli anni scolastici
precedenti in cui magari  pur avendo un’insufficienza
grave  in matematica, hanno riportato
debiti in altre materie , non colmando in pratica mai tali lacune.

Devo pertanto riconoscere che in alcuni di questi casi “gravi”,
senza un supporto quotidiano ed esterno, con tutta la buona volontà (la mia e
quella degli alunni) non si riesce a raggiungere un livello di preparazione
accettabile. Ciò è senz’altro un insuccesso…anche se per fortuna mi  è capitato spesso che alcuni di questi alunni,
dopo un lavoro molto intenso e talvolta solo l’anno scolastico successivo,  si siano rimessi in carreggiata, raggiungendo
autonomamente risultati più che sufficienti.